testo e regia di Dario Fo (recensioni su “Lu Santo Jullare Francesco”)
Dalle ricerche di Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura 1997, un memorabile lavoro sulla vita di San Francesco. Un ritratto inedito del più straordinario innovatore del pensiero cristiano, per parlarci dei grandi temi che attraversano la società contemporanea.
“Lu Santo Jullàre Françesco” è un monologo in cui prende vita un’ intera serie di personaggi dell’Italia medievale: Papi e Cardinali, soldati sui campi di battaglia, contadini e venditori al mercato, monaci e cavapietre.
La realtà storica e la tradizione popolare si intrecciano nel ripercorrere alcuni dei momenti più significativi della vita di Francesco: la richiesta di approvazione della Regola al Papa Innocenzo III, la predica agli uccelli, l’incontro con il lupo, la malattia agli occhi…
Lavorando su leggende popolari, su testi canonici del Trecento e su documenti emersi negli ultimi cinquant’anni, Dario Fo elabora un’immagine non agiografica di san Francesco: spogliato dal mito, ritroviamo un personaggio provocatorio, coerente, coraggioso, ironico.
Del resto era lo stesso Francesco a definirsi “jullare di Dio”, e questo proprio negli anni in cui l’imperatore Federico II promulgava un editto contro i “Joculatores” considerandoli buffoni osceni!
Dice Fo: “Della giullarata Francesco conosceva la tecnica, il mestiere e le regole assolute. Non teneva mai prediche secondo la convenzione ecclesiastica, anzi, rifiutava l’andamento del sermone. Sappiamo pure che cantava, recitava, si muoveva con tutto il corpo, braccia, gambe, piedi, suscitando divertimento ma anche commozione fra i presenti…”
Ne è esempio la famosa “concione di Bologna”. Nel 1222 il Santo, invitato a tenere un’orazione sulla guerra di nuovo esplosa contro gli Imolesi, si rivolge ai presenti con la classica “provocazione a rovescio” dei giullari, cosicché esalta la guerra e condanna la pace. L’effetto è immediato, tanto che il popolo chiede a gran voce la pace che verrà firmata di lì a breve.
Il carattere dirompente della provocazione di Francesco risalta anche nella scena dell’incontro con il Papa, quando chiede di ritornare al messaggio del Vangelo al di là di ogni ipocrisia; come pure quando decide di parlare al lupo dimostrando di non temere il diverso, il “nemico”.
La pace, la guerra, l’amore per la natura, lo spirito di fratellanza tra gli uomini, il dolore e la gioia, la ricchezza e l’umiltà… temi di ieri e di oggi in uno spettacolo che diverte, commuove e provoca.
La traduzione in lingua inglese che Pirovano ha fatto del testo è stata pubblicata nel 2009 dalla casa editrice BeautifulBooks di Londra con il titolo “Francis the Holy Jester”.
La traduzione in inglese del testo integrale, comprendente anche episodi della vita del Santo mai rappresentati sulle scene, è stata pubblicata nel Dicembre 2017 dalla casa editrice Opus Book Publishers di New York.
COMUNICATO STAMPA Holy Jester della CTFR (Compagnia Fo-Rame):
“Dopo un accurato lavoro di traduzione, a venti anni dal conferimento del Nobel per la Letteratura, l’opera di Dario Fo rivive in terra d’America anche grazie alla pubblicazione del testo “Lu Santo Jullare Françesco”: il primo Dicembre 2017, infatti, la casa editrice Opus Book di New York lo ha dato alle stampe con il titolo “HOLY JESTER! THE SAINT FRANCIS FABLES”.
E’ la prima edizione integrale in lingua inglese del testo di Dario Fo tradotto da Mario Pirovano, attore e interprete di alcuni fra i più famosi monologhi di Fo sia in lingua originale sia in inglese. In questa edizione compaiono gli episodi più volte messi in scena a teatro ed altri mai rappresentati finora, riccamente illustrati da numerosi dipinti e disegni dello stesso Fo. In quest’opera si condensano le passioni più forti dell’Autore: quella per l’affabulazione e quella per la pittura, che tante volte si sono alternate e sovrapposte nella sua vita anche nella creazione di arazzi, scenografie, bozzetti e costumi.
Tratto da frammenti di cronache che riportano in vita scene ed episodi del mondo di San Francesco, il testo di Dario Fo è, per la casa editrice americana, “un meraviglioso arazzo di storie che accendono l’immaginazione, sfidano la coscienza e deliziano l’anima”, mentre offrono un potente ritratto del più straordinario innovatore del pensiero cristiano.
Come Dario Fo spiega nella sua introduzione, nel Duecento i giullari erano amati dal popolo ma invisi ai potenti che mal sopportavano le loro pungenti battute. Eppure, Francesco si proclamava “jullare di Dio”! E come tale, “ilare et jocundo”, con la forza della verità e dell’ironia, si poneva dinanzi all’avidità, alla corruzione, alla prepotenza dei suoi tempi.
Inizialmente ispirato da un testo fondamentale come “Vita di un uomo: Francesco” della storica Chiara Frugoni, Dario Fo ha indagato per anni su questa figura, scoprendo che quella del Francesco mite e dolce che noi oggi conosciamo è solo una faccia tramandata dai successori del suo Ordine, i quali volevano ammorbidirne l’immagine rendendolo più “puro” che “provocatorio”. Come scrive il Washington Times “…nel suo delizioso ‘Holy Jester’, abilmente tradotto da Mario Pirovano, Dario Fo ha preso il mitico San Francesco di Assisi e lo ha trasformato dal dolce “santo di gesso” della Chiesa Cattolica nell’uomo impetuoso quale era realmente”.
La sua vita, come emerge negli otto episodi che compongono la narrazione, può far luce anche sui grandi temi che attraversano la società contemporanea; significativo, a questo riguardo, è l’incontro di Francesco con il sultano Malik al Kamil, o il discorso rivolto agli uccelli ma indirizzato agli uomini.
Il lavoro di traduzione è stato condotto tenendo presente il fine originario per cui il testo era stato concepito e cioè la sua rappresentazione sulle scene. Attraverso la scelta delle parole e la costruzione delle frasi, pur attenendosi strettamente alla lettera e allo spirito dell’opera, il traduttore-attore ha perciò voluto trasferire nella pagina il respiro e il ritmo della narrazione teatrale. La rivista Library Journal, inserendo “Holy Jester!” nella ‘top ten’ dei libri da leggere quest’inverno, così si esprime: “Un coraggioso, luminoso Francesco per il nostro tempo, con illustrazioni appropriate, e tradotto in modo incantevole”.
Quest’ opera, all’altezza della fama di Dario Fo, idealmente ci riporta alla motivazione ufficiale del Nobel, a lui conferito nel 1997 perché “nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati”. “